Sfruttamento Finanziario

Ancora una storia personale, un ex-membro delle comunità americane racconta il suo caso, di come fu facile servirsi dei suoi mezzi, e di come sia andata a finire. Leggetelo con calma è una testimonianza emblematica.

La mia associazione con Ananda cominciò nell'aprile del 1983, quando una coppia proveniente da Ananda venne giù a San Diego per insegnare Hatha Yoga e la filosofia dello yoga. Quell'estate io feci la prima visita ad Ananda restando in quello che era chiamato il vecchio ritiro, un semplice campo silvestre. In quel periodo finanziariamente ero ben provvisto ed ero sempre attratto dall'idea di una comunità sentendo me stesso in sintonia con gli insegnamenti di Yogananda, e con i suoi valori spirituali. Mi dissero che erano gli stessi seguiti e promossi da Ananda. Feci al più presto il mio primo regalo in supporto e per lo sviluppo di questo meraviglioso lavoro (come lo pensavo allora) e per i nostri comuni ideali.

Quando chiesi che cosa potevo fare sostanzialmente per promuovere le attività di Ananda mi venne detto che i ministri di Ananda desideravano una motorhome, la quale costava approssimativamente 40.000 dollari, così essi potevano viaggiare più convenientemente senza la spesa di trasporto e degli Alberghi. Il mio primo regalo era di 10.000 dollari, come ricordo. Era per comprare quella motorhome, che doveva andare in giro cercando di vendere i libri di Swami e le sue cassette audio alle librerie. Tra quella estate e l'inizio del 1993 , diedi qualcosa come 220.000 dollari ad Ananda. Escludendo quella prima motorhome il mio dono finale nel dicembre del 1992 fu di 31.000 dollari. Non ho idea di come quei soldi furono spesi. Io non so perchè non lo chiesi mai, forse per via del fatto che sentii di aver offerto i miei doni a Dio, e perchè mi sentivo intimidito da queste persone che credevo essere servi di Dio, che avevano sacrificato ogni cosa per il lavoro di Dio.

In una occasione, diedi 1.500 dollari per una proposta specifica di creare un luogo di gioco sicuro per i bambini della scuola. Ci vollero sei anni prima che venisse creato e non ci fu nessuna spiegazione di dove i soldi che avevo contribuito furono destinati. Nel tempo ci furono missioni speciali per le quali Walters agì come sponsor, e quelli erano i casi in cui ovviamente l'intera comunità era chiamata a dare qualcosa. Una di quelle in cui fui presente (e particolarmente fuori del nostri confini) era quella di un seminario tenuto in italiano da un uomo di Torino, chiamato Manfredi. Egli aveva riscoperto dei principi perfetti conosciuti nel XIX secolo. Offriva dei cilindri pieni di una polvere speciale che proteggeva il campo d'energia contro gli inquinanti atmosferici ed in particolare dalle emissioni elettriche quali quelle delle linee ad alta tensione.I cartellini del prezzo variavano dai 120 dollari ai 1200 dollari. Walters perse tutto il fine settimana esortando la gente a comprarli.

Nel 1988 ho offerto la mia casa di La Jolla per farne un ashram di Ananda, nel tentativo di iniziare una Chiesa a San Diego. Otto persone entrarono a casa mia con me. Pensavo che i ministri meritassero la mia stanza da letto, così me ne andai nell'appartamento ricavato nel garage. Sfortunatamente essi non potevano o non volevano tenere le loro auto sgangherate fuori nella strada, davanti a quelle case da milioni di dollari. I miei vicini mi portarono al commissariato di zona e questo fu la fine dell'ashram. Allora gli inquilini si spostarono in un altro appartamento in affitto nella località di Del Mar, io fui lasciato lì con una multa di 13.000 dollari da pagare e con l'obbligo di demolire il mio appartamento-garage, costruito senza la licenza regolare prevista dal codice per le costruzioni. Coloro che causarono questa situazione non si scusarono mai per questi risultati.Dxxxxxx e Vxxxxx (i due leader della comunità) vennero a visitarmi chiedendomi se me la cavavo con la situazione. Quale piccolo devoto che ero (codardo è una parola migliore) dissi che era tutto a posto. Lo stesso Walters mi chiamò al telefono, sebbene la situazione non venne menzionata io compresi che era per questa che egli chiamava e che la chiamata stessa serviva a mettere a tacere tutto.

Nel 1990, me ne andai nel Colorado. Nell'autunno 1992 vendetti la mia terra e la casa nel Colorado. Ne ottenni 31.000 dollari di profitto per provvedere al pagamento del programma per le nuove attività dei ministri. Fu per aiutare i ministri Rxx e sua moglie Dxxxx, che mi ringraziarono personalmente per questo assicurandomi che i soldi arrivarono proprio a loro. Ero così contento di questo perché avevo sentito che Rxx e Dxxxx non avevano soldi e la comunità aveva fatto una colletta per comprare le scarpe di Rxx. Nell'inverno del 1993, ancora fui coinvolto nel programma per la prospettiva dei membri. Fu pubblicato nella lettera delle notizie della comunità che il direttore per lo sviluppo di Ananda aveva la buona volontà di aiutare chiunque fosse nel bisogno finanziario. Fu allora che egli venne a conoscenza che io non avevo più una così grande disponibilità di denaro, non più così larga ed utile per le esigenze della comunità.

Io non avevo più sufficienti quote della mia casa per vivere ad Ananda. A quel punto divenni una non-persona ad Ananda. Il circolo interno non mi usò più. Questa fu la mia più grande fortuna. Perché fui capace di vedere più chiaramente come venisse svolto il lavoro interno di Ananda. Questo mi diede l'opportunità di sentire come la mancanza di denaro in Ananda era trattata in contrasto con il modo in cui veniva trattato chi invece lo possedeva. I primi sono trattati e sfruttati spietatamente mentre gli ultimi vengono trattati come esseri privilegiati, liberi di fare esattamente ciò che vogliono. Deve essere difficile per i membri sani anche soltanto immaginare come il resto della comunità è trattata.

Era difficile per me, fare visita negli anni all'idilliaca Ananda e vedere come l'altra parte viveva. Per poco fui in un gruppo che si incontrava di circa diciotto persone, che avevano il coraggio di tenere alcuni incontri all'esterno di Ananda. Lo scopo era di entrare in contatto con i loro sentimenti. Le persone erano lì insieme a parlare onestamente ed apertamente. In un paio di questi incontri uno degli uomini più giovani si arrabbiò. Egli non poté costringere se stesso a parlare di ciò che lo turbava. Tutto quello che volle dire era che c'era qualcosa contro Swami. Sentii da altri canali che il matrimonio di quest'uomo era in difficoltà. Naturalmente questo grado di onestà emergente era molto esplosiva e i membri di Ananda furono chiamati sul tappeto e rimproverati dal circolo interno.

Quella fu la fine delle aperte ed oneste discussioni ad Ananda. Allora me ne andai a Nevada City ove servii nel gruppo di Ananda in città, finché la falsità non divenne insopportabile per me. Molti anni dopo chiesi a Cxxxxx, per iscritto di inviarmi una lista delle mie donazioni per Ananda perchè volevo confrontarla con le mie registrazioni. Combinandole fu chiaro che avevo donato circa 220.000 dollari in circa dieci anni. Denaro che non avrei mai donato se avessi saputo della vita segreta di Kriyananda.

Riflessioni

Ancora una testimonianza proveniente dagli Stati Uniti, si tratta di materiale scritto tra discepoli, che non è sempre facile tracciare, ma chi ci ha vissuto, e ha sperimentato sulla su apelle simili atteggiamenti sa che quello che segue è vero e che accade così come è narrato.

I modi con cui Kriyananda mantiene il potere su tutti gli aspetti della vita di comunità

Solo coloro che sono “sintonizzati” con lui sono ammessi nelle posizioni di leadership e di potere. Sintonia significa credere che Swami non può sbagliare e seguirlo ciecamente. La sintonia con Swami è paragonata alla sintonia con Dio. Le fila vengono tenute   dalla leadership attraverso il senso di colpa e la paura. Sebbene Swami personalmente non dica mai a nessuno cosa fare, egli  nega la sua attenzione, affetto, e approvazione a coloro che sbagliano a seguire i suoi “consigli”. I suoi consigli coprono ogni area della vita comunitaria, obiettivi, raggiungimenti, organizzazione architettura etc. etc. E’ stata una sua idea raggrupparsi come in una città, vivere in un gruppo nella stessa casa, condividere i nostri beni

Una volta “bollato” come fuori sintonia uno viene marginalizzato, evitato ed ostracizzato. Una volta mi dissero “ho imparato che dubitare di Swami significa non amarlo” e “Avrei potuto ottenere di più seguendo Swami nel fosso che provando a sviluppare da solo la mia propria discriminazione” inoltre mi dissero “Chi sei tu per discutere con Swami ?”

Kriyananda mi agganciò all’amo agendo molto dolcemente e umilmente. Io lo amavo perché era così dolce e gentile con me. Divenne molto difficile credere che qualcuno così dolce e modesto potesse avere un desiderio di potere e di controllo, e che avrebbe potuto essere disonesto ed ingannevole in qualche modo. Ci vollero molti anni prima che potessi vederlo con i miei occhi attraverso le sue azioni. Molti non divengono mai sospettosi a causa del loro profondo desiderio di essere accettati ed approvati dal gruppo. Così la pressione viene mantenuta da ognuno sulla linea

Kriyananda controlla gli altri attraverso l’apparire modesto e vulnerabile e suscitando simpatia. Egli ci ripetete spesso: “Sto lavorando così duramente per tutti voi, io sono così stanco e la mia salute ne sta soffrendo. Sto dando la mia vita per voi.”

La risposta della comunità è sempre: “Povero Swami, noi dobbiamo fare di più per aiutarti.” Kriyananda ci controlla instillando in noi l’illusione di grandezza. Noi fummo chiamati a salvare il mondo. Meravigliosi nuovi concetti di vita possono fluire al di fuori, nel mondo attraverso l’esempio vivente delle colonie di fratellanza mondiale del Maestro

Kriyananda non accetta le critiche di nessun tipo. Una volta scrissi un articolo in una lettera di aggiornamento per la comunità dando un parere negativo sul suo progetto per una casa. Egli mi disse: “Sono preoccupato per te, penso che tu sia influenzato da entità astrali oscure…..”

La mia prospettiva

Che cosa resta nella vita di chi poi decide di andarsene? Queste sono alcune conclusioni di chi ha dovuto fare fagotto e lasciare la comunità, dopo averci vissuto anni.

Arrivai ad Ananda nell’aprile del 1984, andandomene nel giugno 1992. Ancora benedico il giorno che me ne andai da lì, e dopo un’esperienza di sette anni posso vedere le preziose lezioni che vi ho imparato. Queste lezioni furono apprese lentamente, imbarazzandomi lentamente, ma compresi che esse mi stavano liberando.

Lezione 1: Abbandonai l’illusione che la mia vita fosse utile soltanto se potessi dedicarla ad una grande causa. La causa in questo senso si supponeva essere la diffusione degli insegnamenti di Paramahansa Yogananda, ma divenne presto quella di rendere felice J.Donald Walters, un lavoro impossibile. Tuttavia la causa non era importante, la lezione è che non posso lasciare a nessun altro il lavoro di ricerca che è proprio della mia vita.

Lezione 2: Imparai che non avrei mai dovuto rinunciare alle mie percezioni e le mie interpretazioni per quelle di un gruppo, anche quando questo significhi non prenderne parte pienamente.

Lezione 3: Imparai che non avrei mai dovuto arrendermi al potere del gruppo a spese della mia vita, avendo visto cosa successe a coloro che invece lo fecero,

Lezione 4: Imparai che non avrei potuto donare la mia lealtà quando questo significasse rimpiazzare la mia visione del  mondo con quella di qualcun altro,

Lezione 5: Realizzai che ero solo una persona comune, non una scelta da Dio per portare I grandi insegnamenti nel nuovo millennio. Queste lezioni hanno grande valore per me e sono grata ad Ananda per avermi forzato nell’apprenderle. Ogni lezione è stata una grande liberazione. Non ebbi brutte esperienze ad Ananda, la lasciai perché non mi vedevo più lì. Benedico il giorno che me ne andai. Successero due cose curiose mentre ero ad Ananda.

Tutta la mia vita ho sentito di partecipare alla grande abbondanza dell’universo---mi sono sempre sentita in salute, anche quando non avevo molti soldi. L’altra cosa successe durante la meditazione del giorno precedente la mia partenza per la comunità, ebbi la piena comprensione che avrei voluto conoscere Dio. Così andai ad Ananda con queste due profonde convinzioni. Dopo un certo tempo che ero nella comunità capii che queste due convinzioni se ne erano andate. Entrai nella coscienza della povertà e persi la coscienza che un giorno avrei conosciuto Dio. Ora dopo sette anni lontano da Ananda tutte e due queste cose sono tornate in me, io benedico il giorno che me ne andai, non siate dispiaciuti di farlo anche voi.

La Regola di Ananda

Il testo seguente è un estratto dalle regole di condotta per i membri di Ananda, il quale nella versione completa è stato presentato come prova durante il processo per molestie sessuali.

"The rule" scritto da J.Donald Walters (Swami Kriyananda).

"La Regola"

Le regole di condotta sono state evolute attraverso molti anni di esperienza pratica sia durante lo sviluppo del villaggio di Ananda di fratellanza mondiale, dall'inizio della sua fondazione, negli anni  1967-1969, sia nella mia precedente esperienza spirituale quale discepolo diretto del grande maestro Paramahansa Yogananda. Le regole presentate qui sono la base della realtà presente nella vita di Ananda.

Per molti anni, queste regole non furono definite come regole, specificatamente, piuttosto come una crescita del corpo delle osservanze tradizionali. Questo è esattamente ciò che avrebbero dovuto essere. Per chi fosse così pazzo da ritenere di dover adattare una persona al nuovo vestito da indossare piuttosto che adattare il vestito alla persona, Gesù Cristo disse: "il sabato è stato fatto per l'uomo non l'uomo per il sabato". Incredibilmente i sistemi sono spesso costruiti soltanto su teorie preconcette, con nessun riferimento pratico alla realtà umana che pretendono di regolare. La proposta di queste regole, allora, è primariamente di spiegare e chiarire un sistema di vita che è già in esistenza, e grazie a ciò i membri di Ananda possono avanzare nei loro sforzi di crescita verso la perfezione. Il villaggio per la fratellanza mondiale di Ananda essenzialmente non è soltanto una comunità spirituale ma anche una comunità monastica. È monastica nel nel senso comunemente accettato dai dizionari; di comunità che rinuncia a gli interessi mondani i quali sono centrati nella gratificazione dell'ego e nella domanda per il lucro personale: e che è interamente dedicata a vivere soltanto per Dio, a servirlo e a divenire eventualmente uniti con Lui nello spirito. Possano queste regole di condotta aiutare a intravedere la via per la perfezione per coloro i quali hanno accettato il raggio di luce divina che è stato portato in Occidente da Paramahansa Yogananda, e che si esprime attraverso il villaggio di fratellanza mondiale di Ananda.

Lealtà

Non è necessariamente un segno di lealtà  acconsentire semplicemente quando, per esempio, l'adesione che uno da è sentita come un errore. E' un segno di lealtà, invece, supportare la propria famiglia spirituale nonostante il disaccordo di qualcuno per alcune delle sue direzioni, lavorando in quelle direzioni costituite non meno di quanto farebbe un membro verso la più alta lealtà: la sua promessa a Dio.

Non ne è leale, nel nome della paura e dell'obiettività, negare il proprio supporto alle decisioni della comunità, una volta che queste siano state prese. Come pure non è leale nel nome dell'apertura mentale atteggiare se stessi nel modo di colui che dice di rappresentare quella elevata saggezza che non viene comunemente capita ed accettata. La perfezione non può essere raggiunta sulla terra. Non è sbagliato, allora, fare di quelle minori imperfezioni che uno può trovare o immaginare di aver trovato nella sua famiglia spirituale la scusa per negare il suo supporto mentale? Può uno per caso per le imperfezioni che potrebbe osservare in sua madre, restare lontano da lei! Lei è sua madre, nonostante la sua umana mancanza. Quando c'è amore la coscienza profonda di una persona sarà sempre la causa di unità non di separazione. I membri ovunque vadano dovrebbero vedere se stessi quali canali di Dio e il raggio di divina luce che è espresso attraverso Ananda. Essi dovrebbero agire nella concordia e nella gioia, naturalmente, ma mai con abbandono, e sempre nel pensiero di Dio. Essi devono coscientemente lottare per proiettare la loro luce interiore così che quella luce che è detta luce di Dio attraverso di essi possa toccare su diversi livelli chiunque incontrano.

Articolo 13 "Voti di associazione".

I voti di associazione possono essere definiti primariamente nei termini di una promessa finale, e poi adattati in vari gradi di impegno su fino al più alto livello. I voti finali sono quattro: semplicità, controllo di sé, servizio, ed obbedienza cooperativa. La semplicità ad Ananda non è definitamente la povertà. Si definisce piuttosto come una riduzione dei desideri per le cose materiali in modo che non possano introdursi nella libertà interiore di ognuno, ma solo per facilitare la sua opportunità personale. Il controllo di sé significa sempre trattenersi dai piaceri dei sensi, sforzandosi di dirigere la propria energia dai sensi alla coscienza dell'anima piuttosto che il contrario. Servizio non significa l'attività di servire, quanto l'amore per il canale mentre lo si sta servendo. Anzi per il devoto tutta la vita dovrebbe essere vista nei termini delle opportunità per lui di servire Dio su tutto. Obbedienza cooperativa infine, significa intelligente e creativa partecipazione in qualsiasi cosa uno è chiamato a fare in opposizione a quella specie di obbedienza nella quale si chiede di non fare domande.. I voti finali per una vita di associazione nell'ordine monastico di Ananda sono i seguenti:

"Padre Celeste, madre Divina, amico amato Dio, grandi maestri: Gesù Cristo,Babaji-Krishna, Lahiri Mahasaya, Swami Sri Yukteswar, e nostro Guru Paramahansa Yogananda, grandi santi di tutte le religioni: mi inchino davanti a voi tutti: offro la mia vita in servizio e la mia devozione incondizionata a Dio e a voi quale linea di gurus e al raggio di luce divina che voi rappresentate. Prometto di vivere la mia vita sempre in apertura e abbandono alla volontà di Dio. Accetterò il principio monastico di semplicità e controllo di sé. Come essi sono stati definiti nelle regole di condotta di Ananda, per i membri. D'ora in poi rinuncerò al senso di "mio" e di "me" nella mia vita. Offrono tutto quello che ho e tutto ciò che sono ai piedi dell'infinità. Dedicherò me stesso alla ricerca di te mio amato Dio e per servirti in spirito di amore attraverso la mia persona. Quale mezzo per ottenere realizzazione del sé mi impegno alla obbedienza cooperativa e alla lealtà ad Ananda a quei membri che sono responsabili per la guida della comunità in tutti i suoi vari aspetti e a colui al di sopra di tutto il rappresentante vivente della linea di guru di Ananda: il direttore spirituale della Chiesa di Ananda per la realizzazione del sè". (il Direttore spirituale di Ananda è J.Donald Walters).

Articolo 6 "Matrimonio"

I membri dovrebbero considerare il fatto che il matrimonio non è soltanto un affare privato e personale ma anche un fatto sociale. In una comunità spirituale chiusa, specialmente come quella di Ananda un matrimonio disarmonico può incidere in qualche modo l'armonia di tutti come allo stesso modo un matrimonio armonico dà gioia a tutti. I due membri che desiderano sposarsi dovrebbero sentire che la materia non riguarda soltanto loro. Gravi errori nel matrimonio possono essere evitati se vengono consultati dei consiglieri spirituali specialmente le persone che non sono influenzate dai desideri. Un comitato dovrebbe essere investito dalla comunità per consultarsi con le coppie che desiderano sposarsi. Sviluppare i metodi guida per la vera compatibilità spirituale all'opposto della semplice attrazione romantica, dovrebbe essere un obiettivo a lungo termine di questo comitato. L'immediata funzione del comitato per il matrimonio comunque, dovrebbe essere di dare il consenso della comunità al matrimonio stesso. Questa approvazione deve essere ottenuta da ogni coppia prima di impegnare se stessa nel matrimonio. L'approvazione del comitato comunque dovrebbe essere data gentilmente e soppesandola attentamente. La relazione di coppia insieme deve essere studiata con coscienza nel riguardo primariamente del loro benessere più elevato, ma anche con riguardo per il benessere della comunità. Il vero significato del matrimonio deve essere esplorato nella partecipazione della coppia ad una serie di sessioni. Le coppie devono aspettare almeno un anno prima di poter annunciare il loro desiderio di matrimonio e prima di potersi sposare. Le coppie che sono membri di Ananda debbono accettare di essere sposate da un ministro di Ananda, in accordo con la cerimonia di matrimonio di Ananda. L'essenza del significato di questa cerimonia che la distingue da molte altre cerimonie di matrimonio si esprime con questo: tradizionalmente la sposa viene al matrimonio indossando il suo vestito bianco e dichiara, "fino ad oggi il mio corpo è stato mantenuto puro per il matrimonio". Ad Ananda invece se la sposa veste di bianco è per dichiarare: "mio marito ed io vogliamo vivere sempre insieme nella purezza". Se qualche coppia influenzata da desideri personali decide di sposarsi in opposizione alla decisione comunitaria essi non possono essere sposati da un ministro di Ananda. Lasciate comunque che si sposino al di fuori della comunità senza farne carico alla loro famiglia spirituale che ha a cuore il loro più alto benessere, con la richiesta che questo va contro la loro propria coscienza.

Articolo 7 "Bambini"

I bambini non sono una proprietà: essi sono una sacra responsabilità. Una coppia è responsabile per i loro figli, è una responsabilità in Dio e deve essere assolta nella verità, amore, e divino rispetto. Essi devono cercare di educare i figli nel più alto livello della realtà... la coppia inoltre ha delle responsabilità verso la comunità crescendo i suoi figli, non foss'altro per il fatto che il comportamento dei suoi figli può influenzare quello di altri bambini nella comunità. Le coppie non hanno il diritto di insistere come fanno spesso le coppie nel mondo, "questo figlio è nostro e crescerà come noi vogliamo." Anche il sentimento della comunità in questa materia dovrebbe essere considerato, e il suo coinvolgimento attivo nel guardare i bambini deve essere visto soprattutto come se fossero i bambini della comunità stessa. I membri in altre parole, per l'amore che provano e mostrano ai bambini dovrebbero trattarli come loro propri.

Articolo 8 "Il lavoro è servizio"

I membri di Ananda dovrebbero vedere un qualunque guadagno o impiego che essi hanno come servizio, mai come semplicemente un lavoro. Il solo pensiero di lavoro duro., invariabilmente disperde le energie delle persone, mentre il gioioso e volenteroso servizio apre portali interni ove attingere l'energia infinita. Il servizio espansivo soprattutto, nel nome di Dio è molto più rigenerante spiritualmente di quello che viene costretto, motivandolo da sentimenti umani, che le persone comuni offrono a coloro che considerano vicini. Anche a coloro che vi sono più vicini il servizio deve essere prestato con il pensiero che attraverso di esso si stava servendo Dio. Il lavoro impiegatizio dei membri deve essere mantenuto negli ideali di Ananda; esso non deve essere scelto per alcuni motivi finanziari. Soprattutto esso dovrebbe essere scelto nella consapevolezza che permetta di servire gli altri in maniera spirituale. I membri di Ananda sono liberi sia di creare i loro propri affari sia di importarli dall'esterno della comunità. Essi sono liberi di intraprendere le loro personali carriere. Nessuna attività che produca utili è ammessa in Ananda a meno che non sia stata accettata dal consiglio per gli affari. La preoccupazione principale del consiglio per gli affari dovrebbe essere nel vagliare la compatibilità delle attività proposte con gli ideali della comunità. L'enfasi in questo caso dovrebbe essere positiva, in altre parole, il consiglio dovrebbe essere aperto ad accettare le nuove attività predisponendo che queste non contraddicono gli ideali di Ananda. In verità, virtualmente ogni attività può avere una influenza spirituale, se le persone che servono in essa lo fanno nella coscienza di Dio. I membri che vogliono cambiare il loro lavoro dovrebbero prima consultare la comunità, informarne i rappresentanti, evitando che il cambiamento che essi desiderano possa causare problemi negli aspetti della vita di comunità e delle attività, ed anche per assicurare la famiglia spirituale che il cambiamento verrà fatto per il suo più alto benessere. I membri dovrebbero sentire Ananda come un appartenenza ad un gruppo e non come il palazzo nel quale essi hanno incominciato a vivere e che è la loro casa. Così il loro servizi potrebbero essere richiesti ovunque, e sarà facile per loro vedere queste necessità come oppportunità per la loro crescita spirituale, accettandole volontariamente senza attaccamento.

Storia di una donna

Dal momento che io credo che sia molto sbagliato per un leader spirituale (che ha la nostra fiducia) fare quella specie di cose, voglio informarvi della mia esperienza. Io ho 66 anni, quello di cui vi parlerò accadde poco dopo che la comunità di Ananda fu aperta al pubblico per un week-end dedicato al ritiro yoga, circa 30 anni fa. In quel tempo io avevo tre piccoli bambini ed ero passata attraverso una infelice esperienza di divorzio, vedendo mio marito lasciarmi per un’altra donna. La stima di me stessa era ad un bassissimo livello, sebbene fossi attraente quella volta. Ebbi un’illuminante esperienza nel 1963, mentre pregavo per una persona, così incominciai la mia ricerca, poco prima che il periodo metafisico degli hippy cominciasse. Lessi Paramahansa Yogananda e desiderai prendere l’iniziazione al Kriya Yoga, per accrescere la mia conoscenza ed esperienza spirituale.

Gioiosamante scoprii che c’era un istruttore di Kriya Yoga, nella persona di Swami Kriyananda, che venne a San Rafael per portare questi insegnamenti. Fui molto impressionata, perché sapevo che il suo nome significava “benedetto nel Kriya” e che sicuramente doveva essere un Maestro. Ho studiato le lezioni e gli altri studi sullo yoga, ed ero a conoscenza dell’umile rispetto e servizio che uno dovrebbe dimostrare verso un’insegnante, un Guru, uno Swami, e che era un onore speciale essere lì con lui perché ogni specie di servizio o di attenzione era come fosse servire il Maestro o anche Dio. Ero cosciente della legge del karma (causa ed effetto) e del fatto che Kriyananda aveva preso i voti di celibato.

Invitai Swami Kriyananda (chiamato da adesso SK) e una giovane donna chiamata K. che sembrava essere un pò abbagliata da Kriyananda, per la cena, così SK mi conobbe meglio degli altri che avevano partecipato alla sua classe in questa zona. Quando fui ad Ananda credo fosse la seconda volta che andavo SK mi onorò chiedendomi se potevo andare a casa sua per fargli un massaggio ai piedi. Mi sentii molto onorata  di essere stata prescelta, considerato che egli aveva il suo entourage che viveva in Ananda per adempiere a questa nobile funzione.

Presi posto nel patio all’esterno della sua casa mentre SK si stendeva sulla sua sdraio. Subito dopo che ebbi cominciato a massaggiare i suoi piedi egli scostò le sue mutande di cotone arancione e orgogliosamente mostrò il suo grande pene tumescente, e galantemente mi invitò a massaggiarglielo mentre si stava dando piacere da sé stesso. Fui colpita, terribilmente imbarazzata, umiliata e disgustata, e quel che è peggio spaventata da tutto questo.Ero stata precedentemente colpita per via dei desideri sessuali maschili. Sapevo che non avevo fatto nulla per sedurre o tentare SK. Ero modesta, vestita modestamente, ed agivo con umiltà e dignità. Fui inoltre sorpresa che SK volesse fare questa cosa in piena luce, all’esterno dove chiunque avrebbe potuto arrivare da qualsiasi parte dato che la gente passava di li. Comunque per sicurezza rifiutai la sua richiesta mentre pensavo di rientrare all’interno della casa. Questo mi fece più sicura perché sentii che egli non voleva saltarmi addosso lì fuori, dato che potevo urlare o qualcuno poteva vederci, nel caso avessi rifiutato e si fosse arrabbiato.

Curiosamente ciò che mi saltò in mente dopo questo fu che non volevo la responsabilità di condividere il suo stesso karma prendendo del karma negativo su di me, recitando una parte nella perdita dei suoi voti di celibato, così declinai ulteriormente la sua “gentile offerta” di congiungermi a lui. Egli non comprese e me ne andai.

Mi meravigliai anche del fatto che egli provò ad onorarmi di questo “privilegio” speciale così per questo avrei dovuto donare molti soldi alla comunità, dal momento che egli vide la mia casa di San Rafael e poteva pensare che avessi soldi da buttare, anche se io davvero non ne avevo.Lasciai Ananda leggermente triste, depressa e disillusa, e cancellai la mia iscrizione alle lezioni via posta. Ero colpita dalla mancanza di integrità di quest’uomo che fungeva da leader spirituale di questa comunità, con persone innocenti che si fidavano di lui.

Io sentii anche che fu una prova inviatami da Dio per la mia propria integrità, o forse Kriyananda ha pensato di vedere se ero una “chela” convinta o meno. Per me fu crudele e al di sotto della dignità di un leader spirituale, che certamente rivela qualcosa di sbagliato nei suoi insegnamenti, e che la pretesa di celibato c’era per far si che le donne si sarebbero sentite sicure nell’ambiente di Ananda senza la paura di essere attaccate.

La mia fiducia venne violata e compromessa. Mi sentivo in colpa per non aver acconsentito alla sua richiesta, per paura. Avrei dovuto obbedirgli, e di conseguenza meravigliarmi per essere in presenza di Dio…quale risultato della mia incompiacenza la mia depressione peggiorava. Vivevo in un momento in cui le donne si supponeva obbedissero ai preti, ai dottori e agli avvocati. Ciò mi disse mia madre…Sono molto più saggia ora.

 

 

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