Deposizione di Donald Walters 1° giorno

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....estratto

D. Quanti anni ha Sig. Walters?

R. Ne ho 69.

D. Ed ho sentito che siete conosciuto con altri nomi?

R. Sì. Kriyananda.

D. Dove ha preso quel nome?

R. Lo presi nel 1955.

D. Chi gli e lo ha dato?

R. Daya Mata, il presidente della Self Realization Fellowship.

D. Cos’è la Self Realization Fellowship?

R. Un’”associazione per l’Auto-Realizzazione” è l’organizzazione fondata da Paramahansa Yogananda nel millenovecento.. credo venne incorporata nel 1935.  Lui arrivò in questo Paese nel 1920. 

D. E evidentemente lei faceva parte di questa organizzazione, la Self Realization Fellowship? 

R. Sì. Sì.

D. Può spiegare un po’ come si è associato a questa organizzazione?

R. Mi sono associato. Sono stato lì per 14 anni.

D. Quando?

R. Sono andato da lui nel 1948.

D. Quanti anni aveva lei all’epoca?

R. 22.

D. Che lavoro faceva?

R. Non lavoravo.

D. Ha fatto l’università?

R. Scusi?

D. Ha fatto l’università?

R. Sì.

D. Dove ha frequentato l’università?

R. Sono stato a Haverford e poi a Brown.

D. L’Università di Haverford, dove si trova?

R. E’ fuori Philadelphia. E Brown, naturalmente, lei lo sa, essendo di Boston. Si trova a Rhode Island.

D. Si è laureato a Haverford?

R. No. L'ho lasciato dopo due anni. A Brown ho lasciato dopo un anno e mezzo, e sono andato giù al Dock Street Theater a studiare sceneggiatura. E sono stato là per un anno; ho capito che ciò che volevo era Dio.E così da allora ho dedicato la mia vita alla ricerca di Dio.

D. Come ha dedicato la sua vita alla ricerca di Dio? 

R. Con la meditazione, col servizio, aiutando a condividere ciò che io credo con altre persone e con la preghiera.

D. Ha cercato Dio nella forma di qualche  organizzazione religiosa tradizionale?

R. Yogananda venne a dimostrare l’unità tra gli insegnamenti originali di Krishna e gli insegnamenti originali di Gesù. Quindi la tradizione che seguo non è una mistura tra quelle due, quanto un riconoscere l’unità negli insegnamenti di quei due grandi insegnanti. E quello che impartisco è un insegnamento tradizionale.

D. Insegnamento tradizionale di chi?

R. Di entrambi. Attraverso l’interpretazione e –la spiegazione, dovrei dire, di Yogananda.

D. Ora, Yogananda, ci può dire chi egli sia, o fu? E’ ancora vivo?

R. No. E’ deceduto nel 1952.Yogananda fu mandato qui in questa nazione dal suo insegnante a seminare gli insegnamenti dello yoga – che sarebbe a dire meditazione, non le posizioni yoga – e per aiutare la gente a ritrovare sé stessa e il rapporto con Dio attraverso l’acquietarsi della mente. Vedete, la differenza fra preghiera e meditazione è che la preghiera parla a Dio; la meditazione ascolta la sua risposta.Così insegnava entrambe.

D. Questo amico Yogananda?

R. Questo santo Yogananda.

D. Bene. E quando morì?

R. ’52.

D. E lei venne conosciuto come Kriyananda 3 anni dopo la sua morte?

R. Sì.

D. E lei ha menzionato qualcuno chiamato Daya Mata? 

R. Attualmente Daya Mata è ancora il presidente. Lei è il terzo presidente della Self Realization Fellowship.

D. E lei dice fu colei che le diede questo nome?

R. Sì.

D. E in quale contesto le diede il nome?

R. Fu un voto monastico. Mi sono unito all’ordine monastico e questo era il voto finale che ho pronunciato nel 1955.  Né posso dire in piena giustizia che lei mi diede il nome, perché il nome mi venne nella meditazione.  Proposi quello come nome che volevo, così lei me lo accordò.

D. Con quale autorità gli e lo accordò?

R. Me lo accordò quale rappresentante dello Yogananda.

D. Era lei il capo dell’organizzazione all’epoca?

R. Sì – sì, all’epoca lo era.

D. E lei ha menzionato voti finali. Quali erano quei voti finali che lei prese?

R. I Voti finali erano di povertà, castità e obbedienza e fedeltà. Questi quattro.

D. Povertà, castità, fedeltà e obbedienza?

R. Sì.

D. E cosa significa “finali”?

R. Finali significa che prendi quei voti per il resto della tua vita.Io non rimasi nell’ordine; quindi, quei voti non mi legavano, dopo aver lasciato l’ordine, oltre la misura in cui decidevo di lasciarglielo fare.

D. Oh, e chi lo dice?

R. Mi perdoni?

D. Chi disse che i voti non la legavano più dopo aver lasciato l’ordine?

R. Beh, di fatto, nel 1985, mi sono fatto dispensare per mano di lei da quei voti.

D. Può spiegare come avvenne?

R. Sì. Sono andato a trovarla e lei ha pregato Dio e la nostra discendenza di guru e ha rimosso la restrizione, o comunque la vogliate chiamare, da me.

D. Perché ha chiesto che la restrizione venisse rimossa?

R. Perché mi stavo per sposare.

D. Ha detto nel 1955?

R. Sì.

D. Chi sposò?

R. Sposai Rosanna Golia, da Napoli, Italia,

D. E’ mai stato sposato prima di allora?

R. Non legalmente.

D. Cosa intende per non legalmente?

R. Non legalmente significa che era un matrimonio davanti a Dio, ma non davanti alla legge.

D. Quindi lei sposò qualcuno prima di essere dispensato dai suoi voti?

R. Sì.

D. Nonostante i voti fossero finali?

R. Mio caro signore, i miei voti sono tra me e Dio, non tra me e i tribunali. Quanto siano finali e come li tratto sono affari miei.

D. Allora perché li ha presi?

R. Perché li ho presi?

D. Perché li ha presi finali?

R. Quella era la prassi ed io l’ho accettata. E ho fatto del mio meglio per tutta la vita per viverli perfino nel matrimonio.

D. Beh, sono un po’ confuso. Sembra che lei abbia, per conto suo, sposato qualcuno in conflitto coi suoi voti. E poi diversi anni dopo

R. No.

D. ...sposato qualcun altro?

R. No. Allora diedi l’annuncio che non stavo seguendo quella strada.Ho fatto questo annuncio, reso questo annuncio pubblico. Ero, ho persino messo un articolo nello Yoga Journal per aiutare a chiarire che stavo facendo quel passo deliberatamente e che lo stavo facendo perché sentivo che era necessità della nostra comunità e dei nostri tempi. 

D. Pensavo che avesse detto che i voti erano tra lei e Dio.

R. Beh, è vero.

D. Perché l’ha messo nello Yoga Journal?

R. Il romperli era già cosa pubblica.

D. Chi gli e lo ha detto?

R. L’ho detto io.

D. Ora, lei ha detto che i voti sono parte di un ordine monastico?

R. Sì.

D. Quale ordine monastico era?

R. Era l’ordine della Self Realization Fellowship.

D. E’ quello il nome formale dell’ordine?

R. Credo di sì. E’la Self Realization Fellowship, quindi, -- vede, quando hai una nuova organizzazione, non hai categorie chiaramente definite. Così potresti dire ordine della Self Realization Fellowship,ordine della Chiesa della Self Realization Fellowship.E’ sempre la stessa cosa. Era dell’organizzazione fondata da Yogananda.Nel 1962 ho cessato di fare parte di quella organizzazione. Da allora in poi ho dovuto seguire le mie indicazioni interiori.

D. Beh, sono un po’ confuso. Lasci che le chieda questo:Fu – è Yogananda la persona che ha fondato quell’ordine?

R. No. E’ un ordine molto antico. Lui rappresentava quell’ordine e quell’ordine è un ordine Swami.

D. Aspetti, parliamo di questo per un minuto. Un ordine Swami?

R. Sì.

D. E’ quello a cui apparteneva Yogananda?

R. Sì.

D. E da dove viene l’ordine Swami?

R. E’ – è stato riorganizzato – e nessuno sa quanto sia antico, ma è stato riorganizzato da Swami Chankaracharya probabilmente 2000 anni fa, ma non è certo quando fu – quando visse.

D. E così Yogananda faceva parte dell’ordine Swami?

R. Sì.

D. E prese i voti quale parte dell’Ordine Swami?

R. Sì.

D. E lei ha preso gli stessi voti quale parte dell’ordine Swami?

R. Sì.

D. Quando ha preso i voti è divenuto un Swami?

R. Sì.

D. E ancora, questo accadde nel 1955?

R. Sì.

D. Che credo lei abbia detto essere 3 anni dopo la morte di Yogananda?

R. Giusto.

D. E i voti erano povertà, castità, fedeltà e obbedienza. E’ esatto?

SIG. PARSONS: Obiezione.

IL TESTE: Sì.

SIG. PARSONS: A domanda è stato risposto.

SIG. FLYNN: D. Dunque, castità, cosa faceva quel voto–lei ha preso un voto finale di castità.Cosa significava nell’ordine Swami nel 1955?

R. Perché non se lo figura da sé cosa vuol dire.

D. Beh, signore, fortunatamente, bene o male, io devo fare le domande e lei deve rispondere. Perciò mi piacerebbe una risposta.

R. Significa che si è casti.

D. Niente sesso?

R. Uh-huh.

D. Posso avere una risposta per quello?

R. Sì.

D. Casto significa niente sesso?

R. Esatto, esatto.

D. Così lei ha preso un voto finale di niente sesso nel 1955?

R. Sì.

D. Quale parte di questo ordine Swami che era parte di questa tradizione Yogananda?

R. Sì.

D. E nel 1985, è andato da questa persona – come si chiama?

R. Rxxxxxx Gxxxx.

D. No, no. La persona dalla quale è andato per la dispensa dai voti?

R. Daya Mata.

D. E nel 1985, ella era a capo dell’organizzazione Yogananda?

R. Sì.

SIG. PARSONS: A queste domande è già stato risposto. Dovrebbe segnarsele se deve continuare a chiedergli di ripetere.

SIG. FLYNN: Ora, può spiegare un po’ di più chi fosse questo Yogananda?

D. Lei ha accennato che era un santo. Ci può –

R. A quali cose specifiche siete interessati?

D. Beh, era un santo nel senso che – sa come la chiesa cattolica o varie chiese istituzionalizzate designano qualcuno un santo, lo canonizzano e loro –

R. Non si può mai fare finché una persona non muore.

D. Quindi –

SIG. PARSONS: Sig. Walters, aspettiamo finché non abbia formulato una domanda così da avere una sorta di domanda coerente.

SIG. FLYNN: D. Quindi Yogananda fu dichiarato santo dopo la sua morte?

R. No.

D. Fu dichiarato santo prima che morisse?

R. Noi lo consideravamo un santo.

D. “Noi” chi?

R. Quelli che lo hanno seguito.

D. Così quando lei prese i voti di povertà, castità, obbedienza e fedeltà, lei ha preso i voti di, per esempio, obbedienza a Yogananda?

R. Sì. Solo che non fu così – ho dato la mia obbedienza quando lo incontrai.

D. Bene, – facciamo – nel 1955, lui era morto e lei stava prendendo i voti.

R. Ovviamente non poteva essere...

D. A chi stava dando i suoi voti?

R. Obbedienza ai suoi insegnamenti, si potrebbe dire.  Obbedienza al mio superiore, che sarebbe Daya Mata. Ecco tutto.

D. Beh, lasci che le chieda questo. C’era una formula di rito formale –

R. Sì.

D. ...che lei ha pronunciato quando ha preso i voti?

R. Sì.

D. E quella formula recitava che lei stava giurando di obbedire a Yogananda, alla dottrina di Yogananda,

R. Attraverso il suo rappresentante, che era il mio superiore. 

D. Capisco. Okay. Per quanto concerne la fedeltà, quando prese i voti nel 1955, 3 anni dopo la scomparsa di Yogananda, a chi stava giurando fedeltà?

R. All’organizzazione. E naturalmente, ero fedele verso lui. Non c’è dubbio in proposito.

D. E l’organizzazione è quale organizzazione, signore?

R. Quella che ho nominato.

D. Ovvero?

R. Perché non lo dice lei a me? L’ho detto cinque volte. 

SIG. PARSONS: Ha assolutamente ragione e stiamo evidentemente ripetendo le cose numerose volte, a dire il vero.  L’organizzazione è già stata identificata come la Self Realization Fellowship.

SIG. FLYNN: Okay. E’ diversa dalla sua organizzazione?

R. Sì. La mia non esisteva.

D. Così quando andò da questa persona nel 1985 per la dispensa dai voti, è stato dispensato dal voto di fedeltà all’organizzazione della Self Realization Fellowship? 

R. Oh, quello era cambiato molto tempo prima, perché avevo lasciato l’organizzazione nel ’62.Comunque sono rimasto fedele in ogni maniera possibile, non facendone parte. In altre parole, ci credo e la appoggio.

D. Beh, non è in causa con l’organizzazione?

R. Sì.

D. Ma è fedele ad essa?

R. Sì.

D. All’organizzazione?

R. Sì.

D. E’ obbediente a quell’organizzazione?

R. Non posso esserlo. Lo sarei se potessi, ma non posso. 

D. Quando andò a vedere questa tipa, questa Daya Mata, nel 1985, chiese di essere dispensato – per essere dispensato dal voto di fedeltà e obbedienza all’epoca? 

R. In generale proprio dai miei voti.Comunque era sottinteso dal 1962 che in effetti non avevo alcun obbligo di nessun tipo verso di loro. Così fu una formalità e lei potrebbe forse chiamarlo sentimentalismo, ma non c’era obbligo.

D. E’ così che lo sentirono loro o che lo sentì lei?

R. Entrambe le parti.

D. Le dettero una lettera a tal fine che diceva, non è più legato dai suoi voti, nel 1962?

R. Dissero, non fai più parte di noi.

D. Chi lo disse?

R. E’ il – immagino – dunque. Doveva essere il vicepresidente di allora.

D. Qual era il suo nome?

R. Il suo nome.

D. Oh, il suo nome. Come si chiamava. Mi scusi.

R. Tara. T-a-r-a.

D. Tara –

R. Mata.

D. Tara Mata?

R. Mata significa madre in sanscrito.

D. Capisco. Stesso cognome della Daya Mata.

R. Già, perché non è un nome. E’ una carica.

D. E Kriyananda era una carica o un nome per lei?

R. Un nome, sì.

D. Ora, lei non si laureò mai ad Haverford o Brown?

R. No. Haverford o Brown, no, non mi laureai.

D. Mi porta a chiedere, so che ha testimoniato che lasciò, mi perdoni se gli e lo chiedo, ma venne respinto? 

R. No. Presi un permesso e non tornai più.

D. Stava cannando qualche materia e stava lì lì per essere respinto?

R. Beh, credo di essere stato bocciato in una materia. Ma no, non stavo cannando. Ero ancora persona grata là.

D. Essendo stato un universitario a un certo punto nella vita e avendo avuto i tipici punti deboli personali, alcuni lasciano l’università quando pensano che falliranno comunque.  Lei era in quella posizione?

R. Niente affatto. No. Stavo pensando – stavo cercando qualcosa che non mi stavano dando.

D. Cos’era?

R. La verità.

D. In quali materie stava cercando la verità?

R. Stavo cercando di trovare un modo di vivere che mi aiutasse a sentire più in sintonia con la realtà, più ispirazione, più amore. Tutte queste cose non facevano parte dell’accademia. 

D. Bene, lei era studente. Giusto? Non era un professore?

R. Ero uno studente.

D. Allora ci sono dei corsi – frequentò delle lezioni di filosofia?

R. Uh-huh.

D. Quali lezioni di filosofia frequentò?

R. Dunque, portai in classe un libro di poesia.Non mi piaceva l’approccio intellettuale alla verità. Sentivo che quello non era il modo che volevo per trovare la verità.Non con la mente, ma con l’anima.

D. Qual è la verità?

R. E’ una domanda che si può capire non con una definizione, ma solo con un’esperienza. 

D. Intellettualmente, non si può afferrare. E’ questo ciò che intende dire?

R. Si possono afferrare teorie, ma afferri l’esperienza tramite l’intelletto.

D. Come differiscono i fatti dalla verità?

SIG. PARSONS: Aspetti, mi scusi. Obietto sulla pertinenza di ciò. E cosa intende con fatti e verità, e ci stiamo allontanando da qualsiasi sorta di rilevanza qui.

SIG. FLYNN: Sto solo attingendo dalla stessa testimonianza del suo cliente, Sig. Parsons.

SIG. PARSONS: Beh, sto facendo obiezione a questa domanda. Suggerirò al testimone di non rispondere sulla distinzione tra fatti e verità.

SIG. FLYNN: D. Dock Street Theater. Credo lei abbia testimoniato che venne dopo che lasciò Brown.  A proposito, quale corso stava cannando?

R. Quale corso ho cannato?

D. Già.

R. Beh, è ironico, perché ho composto così tanta musica, oltre 300 pezzi. Ma ho fallito composizione musicale.  La ragione del fallimento è che non sono mai stato a lezione.

D. Perché non andò a lezione?

R. Poiché avevo perso interesse nell’università.

D. Ma lei era interessato nella musica?

R. Non a quel tempo, no. Se avessi veramente saputo che avrei composto musica, avrei studiato. Ma non ne avevo idea.

D. Ha preso delle lezioni di psicologia?

R. No.

D. Ha mai studiato psicologia?

R. No. Solo alla maniera in cui studierebbe un dilettante. 

D. Lei ha menzionato 300 pezzi musicali che ha composto. E’ musica pop, classica, jazz, R & B?  Che tipo di musica è questa?

R. Molto più classica che altro, ma la può chiamare –

D. Musica orchestrale?

R. Chiedo scusa?

SIG. PARSONS: Mi scusi. Per favore gli lasci finire la risposta.

IL TESTE: Si può chiamare neo-classica nel senso che è più new age che barocca, ma è melodica.E così non seguo molto la struttura della musica classica. Ho scritto un quartetto e quello segue la struttura, però non mi sono nemmeno reso conto che un quartetto di solito ha quattro movimenti e questo ne ha solo tre, a dimostrazione della mia mancanza di ricercatezza.  Ciò che scrivo viene soprattutto da dentro. Ma è melodico ed il suo scopo è di sollevare. E’ di toccare l’anima piuttosto che l’intelletto e le emozioni. Ed ha, fortunatamente per me, avuto recensioni molto buone.  Ma ciò non può dirvi molto veramente.È probabilmente la mia miglior risposta in breve.

SIG. PARSONS: Scusi un secondo.(Discussione tra il teste e il suo avvocato).

SIG. FLYNN: Il verbale acquisirà la conversazione. 

D. Lei ha menzionato la parola “anima”. Che intende per anima?

R. L’anima è quell’aspetto della nostra natura che è una parte di Dio.

D. Cosa intende per Dio?

R. Di nuovo, credo che probabilmente lei necessiti di esperire cose del genere.

D. D’accordo. Allora, lei ha fatto esperienza di Dio?

R. Domando scusa?

D. Ha fatto esperienza di Dio?

SIG. PARSONS: Farò obiezione. Sta inquisendo troppo – troppo intimamente nell’esperienza religiosa personale.Suggerirò al teste di non rispondere se ha fatto esperienza di Dio.

IL TESTE: Ma io mi sento a mio agio nel dire –rispondere a un’altra domanda.Sono illuminato? No.

SIG. FLYNN: D. Bene, io – cos’è – lei continua a fare queste affermazioni, Sig. Walters, che mi costringono a porre queste domande. Cos’è illuminazione?

R. Conoscere il proprio rapporto con Dio attraverso esperienza diretta.

SIG. FLYNN: Ok. Non lo sta facendo rispondere alla domanda precedente, Sig. Parsons, riguardo al suo avere o meno – anche se ha dato testimonianza sulla definizione della parola “anima”, che ha usato nella testimonianza –

D. Da quel che ho capito ha a che fare col conoscere il proprio rapporto con Dio. Credo sia quella la definizione. 

R. No.

D. No, non ho detto bene?

R. No, non ha detto bene.

D. Okay. Lo può dire meglio per me?

R. L’anima è quell’aspetto di Dio che è in ognuno di noi.In altre parole, dietro al nostro ego, c’è la presenza di Dio. E quello è il vero sé, e quella è auto-realizzazione, rendersi conto di quello. Realizzare che lei non è il Sig. Flynn; è Dio che interpreta una parte, così come agisce in ogni atomo dell’universo. Spersonalizza la tua esistenza e ti fa comprendere che sei una parte di infinito.

D. Così non sono davvero un avvocato; sono parte di qualche entità concettuale astratta o flusso di tempo? 

R. Sembra astratta solo finché pensa di essere un avvocato.

D. E se non penso di essere un avvocato, allora cosa dovrei pensare?

R. Beh, potrebbe pensare qualcos’altro. Non sto parlando di quello. Sto parlando di quando si smette di pensare, quando ci si innalza al di sopra del pensiero. 

D. Ma se non pensassi di essere un avvocato, comprenderei Dio?

R. No.

SIG. PARSONS: Obiezione. Sono congetture.Proviamo a tornare a qualcosa che sia rilevante.

IL TESTE: Anche quello è perder tempo.

SIG. PARSONS: Sì, proprio così.

SIG. FLYNN: Allora, Dock Street Theater, quanto è durato là?

R. Sono stato là un anno.

D. Si è laureato al Dock Street Theater?

R. No, non mi sono neanche unito. Studiavo quasi come un profano che sta scrivendo una commedia per conto suo e prende parte alle attività drammaturgiche.

D. Non so nulla del Dock Street Theater. Era una scuola di preparazione per teatranti?

SIG. PARSONS: Lasciate solo che...

IL TESTE: Gli lasci fare la domanda, sì.

SIG. FLYNN: D. Era una scuola di preparazione per teatranti? Aveva una scuola di preparazione. E’ diverso. Dock Street Theater, è ancora là ed è molto vecchio – non so quanto, ma è di molto, molto prima del mio tempo.E’ un teatro di quartiere e tenevano lezioni là, un corso, per gente che si iscriveva a questo corso.  Io non volevo studiare là, perché non ero interessato a diventare un attore. Volevo imparare l’arte del palcoscenico. Così presi parte alle commedie e alle produzioni.Ero loro amico, ma non ho studiato là in quel senso.

D. Oh, okay. Vede, l’ho quasi male interpretata, perché pensavo fosse andato dall’essere uno studente a Brown – dall’essere studente ad Haverford, all’essere uno studente e Brown, ed ad essere uno studente al Dock Street Theater.

R. No.

D. Ma non è esatto. Lei non fu mai studente al Dock Street Theater.

R. Giusto.

D. Fu quello il tipo di istituzione che ebbe una – lei pagava per andare a lezione là?

R. Ebbene, dato che non pagavo e non andavo a lezione, devo presumere che funzionasse così, ma non lo so.

D. Non lo sa. Bene.Ma, ad ogni modo, non aveva collegamenti al Dock Street Theater –

R. No –

D. Se non per gironzolare nei suoi paraggi?

R. Già, proprio così.

D. Okay. Ma per Haverford e Brown, lei era iscritto come studente a entrambe queste istituzioni e pagava le tasse. Giusto?

R. Giusto.

D. E lei frequentò il Dock Street Theater per circa un anno?

SIG. PARSONS: A domanda è stato risposto.

SIG. FLYNN: D. Okay. Dunque, all’età di 22 anni, che era cosa, il 1948, ha detto?

R. (Il teste annuisce col capo).

D. ...incontrò Yogananda. Dove lo incontrò?

R. A Los Angeles.

 

...continua nel verbale del 1° giorno dell'interrogatorio

 

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