Riflessioni di ex-membri

Riflessioni

Che cosa è possibile trarre dalla lettura dei fatti occorsi in questi ultimi 30 anni? Possiamo spiegarci la lunga parabola dei fatti con un ordine logico e capire così cosa è davvero accaduto? Qui alleghiamo alcune riflessioni fatte da persone che hanno conosciuto sia Walters che Ananda e che provano a “disegnare” il suo percorso di vita, naturalmente questa non è una conclusione, ma una possibilità, essa viene offerta alle persone al solo scopo di fare un po’ di ordine nell’estrema confusione e nella frammentarietà dei dati e delle informazioni. Il lettore tuttavia non è obbligato ad accettare passivamente questa ipotesi, basterà che navighi il sito per trovare conferma dei fatti nei documenti che presentiamo.

1948

J.Donald Walters letto il libro “Autobiografia di uno Yogi” ha una folgorazione e fatto in fretta il bagaglio vola a Los Angeles presso la sede della SRF nella quale dopo essere stato acettato da Yogananda inizia la sua vita monastica.

1952

Dopo il Mahasamadhi di Yogananda, viene eletto primo presidente della SRF Rajarsi Janakananda, Kriyananda è ancora solo un monaco rinunciante nell’ordine.

1953

Mahasamadhi di Rajarsi Janakananda, Daya Mata è eletta secondo presidente della SRF a maggioranza dal Consiglio Direttivo.

1955

Kriyananda prende i voti di povertà, castità, fedeltà e obbedienza alla SRF con Daya Mata e prende il nome di Kriyananda (il termine Swami è un’aggiunta successiva a questo evento).

1960

Kriyananda diviene vice presidente della SRF (prendendo il posto del dott.Lewis nel Consiglio Direzionale) Viene inviato in India per “presentare” l’opera del Maestro nel suo paese natale e per sviluppare la Yogoda Satsanga Society.

1962

Nel mese di luglio viene richiamato in America dall’India e in un albergo di New York gli viene formalizzata la richiesta delle sue dimissioni, che firma senza discutere. Oggi grazie ai processi in corso si è venuti a conoscenza che alcuni familiari indiani delle due monache che lo accompagnavano nel giro di conferenze, inviarono vibrate proteste alla SRF per il comportamento sconveniente ed immorale di Kriyananda nei loro confronti.

In aggiunta a ciò il governo indiano rimostrava verso la SRF per il comportamento al limite della tollerabilità di Kriyananda, nel tentatativo di convincere il primo ministro Nehru a concedergli un’area destinata a parco pubblico, per realizzare un’ashram, di cui la SRF a quanto pare non risultò essere né informata né interessata ad acquisire.

1962 -1969

In questo periodo egli insegna e tiene conferenze pubbliche nell’area di San Francisco. Nel 1967 con i soldi di suo padre e i suoi risparmi acquista della terra, insieme a R.Baker G.Snyder e A.Ginsberg nella zona di Nevada City, che costituisce il primo passo per creare la comunità di Ananda. Da quel momento in poi si organizza per “continuare” il suo lavoro per il guru. Sono anni duri, in cui Kriyananda realizza la solitudine della sua fuoriuscita dalla missione con amarezza.

Dopo varie vicissitudini al primo gruppo iniziale si aggiungono altri seguaci disposti ad aiutarlo e a finanziarlo, attratti dalla pubblicazione dei suoi libri e dalle conferenze che teneva sul lavoro del Maestro.

Dopo alcune esitazioni iniziali su chi dovesse “gestire” il potere, viene identificato un gruppo preferenziale che da quel momento in poi imporrà le proprie scelte su tutti gli altri residenti. Infatti per sua stessa ammissione Walters fu costretto a “fare la voce grossa” perché chiunque veniva era molto poco interessato all’esperienza spirituale e pretendeva di ottenere le sue personali facilitazioni.

1969 – 1990

Walters si dedica anima e corpo allo sviluppo commerciale della comunità, che può adesso sfruttare a pieno l’onda lunga del successo di Yogananda nel mondo.La proposta standard che egli fa a tutti è quella di “servire il Guru in un ambiente spirituale dove tutti sono sintonizzati e benedetti dalla Grazia Divina emanante dallo Swami”. Quello che non dice però è che per diventare membro di questa Oasi Divina è necessario prima “spogliarsi dei propri averi terreni” che debbono essere donati “senza ritorno” alla comunità. Ovvio che ognuno dei residenti presta giuramento di fedeltà e obbedienza a Walters riconoscendolo quale diretta canalizzazione di Yogananda, che - a suo dire - lo avrebbe personalmente autorizzato a sviluppare il progetto delle comunità di fratellanza spirituale.

1990 - 1994

E’ a questo punto che incominciano i guai legali, Ananda cambia il suo nome in Ananda Church of Self Realization, in evidente sovrapposizione a quello della Self Realization Fellowship Church, non solo, ma incominciano le esternazioni tramite pubbliche dichiarazioni contro di questa. La conseguenza logica è che la SRF decide di tutelare il proprio diritto ad esistere ed essere riconoscibile come sorgente primaria degli insegnamenti di Guruji. Questa prima causa è ancora oggi pendente, perché con alterne vicende lo stato della California ha riconosciuto eccezioni alle due parti, che impediscono la definizione conclusiva del giudizio. Molti aspetti del lavoro del Maestro devono essere ancora valutati e riconosciuti dalla Corte, alla luce del suo lascito e della sua volontà che è sempre stata diretta verso la sola organizzazione legittima da lui fondata, la SRF.

1994 - 2001

Lungi dall’essere intimiditi dalle spese necessarie a sostenere questo primo confronto, Kriyananda ed i suoi “militanti spirituali” passano al contrattacco. Sempre più lettere pubbliche, dichiarazioni, false affermazioni sui monaci e le monache SRF avvelenano i rapporti, nella speranza di “forzare” la SRF a concedere qualcosa che non può dare senza tradire il mandato di Yogananda. Nonostante la terribile situazione, ad Ananda si vive molto tranquillamente, tanto tranquillamente che qualcuno alla fine decide di parlare. A.M.Bertolucci nel novembre 1994 chiama in causa Kriyananda, un ministro della comunità, tale D.Levin, e numerosi altri membri per rispondere di: appropriazione indebita, invasione della privacy, persecuzione maliziosa, cospirazione per nascondere la proprietà, inflizione intenzionale di sofferenza emotiva, molestie sessuali. In conseguenza di ciò si apre un primo processo dal quale emergono problemi di tutti i tipi.

Otto donne si fanno avanti per testimoniare davanti alla giuria per raccontare come Kriyananda le abbia usate sessualmente per suo piacere nell’arco di tutti i trenta anni della vita della comunità. Tale verità risuona ancora più forte considerando che almeno altre trenta donne, hanno affermato (seppure non tutte davanti ai giudici) di aver subito trattamenti dello stesso genere.

Tale pratica era nota ai responsabili della comunità e ai Ministri del circolo direttivo di Ananda: i Novak, gli Smallen, i Praver, Seva, Shivani, Anandi Cornell e molti altri, come risulta dalle testimonianze del processo, ma essi non affrontarono Walters, permettendo che si consumassero queste gravi ingiustizie. Alla fine un Ministro, tale Levin, si “concesse” lo stesso lusso di Walters con la Bertolucci, ma lei (quando venne buttata fuori dalla comunità senza avere indietro i suoi 22.000 $. versati per potervi entrare) decise di lottare e lo denunciò.

Durante la causa, Ananda e i suoi Dirigenti pagarono alcuni individui per andare a spiare l’ufficio degli avvocati della Bertolucci, dai quali rubarono dei documenti (presi dai secchi dell’immondizia) riservati sulla causa. Per tale comportamento sono stati imputati in un altro processo e riconosciuti colpevoli.

Questo non ha impedito a Walters di fare causa ad A.M.Bertolucci e alle altre donne testimoni per diffamazione, dilapidando in un’inutile reazione più di un milione di dollari.

Il processo Bertolucci si è concluso con la condanna a pagare i danni per un totale di circa 4 miliardi di lire. Kriyananda e la comunità di Ananda hanno provato a chiedere lo stato di bancarotta, per evitare di dover pagare, e hanno presentato in tribunale i libri contabili senza successo.

Quindi lo Swami si è dimesso dalla carica di Dirigente e se ne è volato via in Italia, dove ancora oggi è adorato e riverito come un’uomo onesto. A pagare i danni sono rimasti i devoti americani, che adesso hanno dovuto ipotecare tutti gli immobili di proprietà della comunità di Palo Alto per far fronte all’impegno. Oltre i 4 miliardi di lire per la condanna costoro pagheranno più di un miliardo di lire per le spese legali.

Intanto in America si sta verificando un conflitto, tra i residenti che rifiutano questo stato di cose e che desiderano “ripulire” la comunità dalle ombre, e i dirigenti che ferreamente al potere coprono ancora Kriyananda e non accettano neanche oggi dopo le evidenze alcuna responsabilità.

Più di 50 membri hanno già dovuto lasciare il villaggio, e ai 300 ancora residenti hanno fatto firmare una petizione di “fedeltà” alla Dirigenza nel tentativo di bloccarne la fuoriuscita.

Molto sostegno, sia umano che economico arriva ora dalle altre comunità, compresa quella italiana, su cui si conta moltissimo per il semplice fatto che la gente non conosce i fatti e si fida di quello che Walters e i suoi ministri raccontano.

Conclusioni

Che cosa si può dedurre da tutti questi fatti? Proviamo a fare una conclusione equilibrata, tra l’aspetto sociale e quello spirituale.

Kriyananda ha ammesso sotto giuramento di avere dei problemi sessuali e perfino Jyotish Novak (il suo successore in carica) lo ha ammesso pubblicamente. Ne ha sempre avuti sin dalla sua ammissione in SRF. Egli ha allo stesso modo ammesso di aver rotto i voti di castità già quando era nella SRF. Se egli abbia veramente molestato sessualmente le due monache indiane che lo accompagnavano non possiamo saperlo ma solo dirlo per bocca dei familiari che lo recriminarono. Però oggi vi è stato un tribunale che sentiti i testimoni lo ha condannato per “aver abusato sessualmente” di giovani ragazze, ventenni affascinate dalla sua immagine di “Swami realizzato”, uno status che ha sempre millantato pur sapendo di non averlo rispettato, questo a nostro avviso  non è un comportamento trascurabile, specie quando queste persone sono ancora in attività e ancora libere di "occuparsi" dell’anima degli altri.

Per quanto riguarda la sua azione nei confronti del Primo Ministro Nehru, egli effettivamente fece qualcosa di sbagliato, lo dimostra lo stato di “persona non gradita” conferitogli dal Governo Indiano che lo ammonì a non ritornare in quel paese e che è durato per parecchi anni. In questa luce è pienamente condivisibile con Daya Mata e Tara Mata il loro imbarazzo di allora e la decisione che dovettero prendere.

Dal punto di vista della lealtà ai precetti del Guru e della sua organizzazione ci sono parecchie cose che non rientrano nella norma, la rottura dei voti di castità, la fondazione di una setta che usa l’insegnamento del Maestro per arricchirsi, il dare il Kriya Yoga senza alcuna autorizzazione, l’aver modificato scritti, lezioni, libri ed insegnamenti del Guru e infine l’essersi sempre proposto come “canale” della Grazia Divina, uno Swami realizzato in grado di fare ascendere le anime.

E’ forse quest’ultimo il reato spirituale peggiore, perché quest’uomo dalle evidenti carenze personali ha deviato, plagiato e modificato per sempre la mente di alcune persone che oggi non riescono più a valutare le cose in modo sereno.

Dov’ è finita la lealtà al Guru, come onorano queste persone la loro promessa di fedeltà e di rispetto a questo insegnamento? Continuando a sostenere le ragioni di un uomo che è ormai chiarissimamente in torto? La cui opera negli anni ha prodotto devianza e lotta tra i discepoli, confusione e dispendio di energie inutile?

Di cosa dobbiamo ringraziarlo? Di aver creato una comunità dove si vive con la paura di perdere tutto, di dover fare attenzione a ciò che si dice per timore di essere marginalizzato? Cosa c’è di più in questo che non avremmo potuto creare vivendo una vita serena nel mondo nella lealtà e fedeltà al Guru?

Noi che scriviamo e che abbiamo sofferto tutto questo, che abbiamo perso denaro, sicurezza, tranquillità, che siamo stati sfruttati sessualmente e ostracizzati per il nostro desiderio di verità, per aver voluto vivere con correttezza ed onestà il sentiero, al di là delle colpe e delle responsabilità di pochi, per che cosa dovremo ringraziarlo?

La nostra speranza è riposta in voi lettori, perché sappiate fare tesoro della nostra esperienza e possiate vivere più consapevolmente la vostra scelta spirituale.

 

 

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